Regia: Stefano Obino Fotografia: Adelmo Anselmino Musica: Taketo Gohara Interpreti principali: Marina Remi, Elisa Valtolina, Giovanni De Giorgi, Davide Stecconi, Alioscia Viccaro Origine : Italia, 2005
Colore
Realizzato grazie ad un interessante processo di autoproduzione (letteralmente “prodotto dal basso”) il film vuole
raccontare il mondo del lavoro di oggi, tra alienazione, degrado del rapporto professionale, svilimento delle capacità e
delle competenze: in una parola, il precariato che in Italia è stato introdotto dal governo di sinistra e perfezionato da
quello di destra, e che dovrebbe risultare più digeribile e indiscutibile perché alla legge che lo rende sistema ha
lavorato un economista ammazzato da criminali-terroristi. Il film rivela senza pudore tutte le limitazioni della produzione
a basso costo, ma non è questo il suo problema principale. Si impone un tono leggero, moderno e scherzoso, con il risultato
magari di azzeccare qualche gag ma con il rischio di non costruire un discorso serio sul problema. I personaggi rimangono
macchiette buone per qualsiasi commedia all’italiana (e non: la bruttina sfigata, il carrierista cornuto, l’aspirante
scrittore frustrato, ecc.) e l’ambientazione è limitata ad un precariato professionale ed intellettuale medio-alto,
dimenticando centri commerciali e call center a favore di studi televisivi o legali. MAURO CARON