FUORISCHERMO

 

IL REGISTA DI MATRIMONI
FLYER
Titolo originale: Il regista di matrimoni
Regia: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Marco Bellocchio
Montaggio: Francesca Calvelli
Musica: Riccardo Giagni
Fotografia: Pasquale Mari
Interpreti principali: Sergio Castellitto, Donatella Finocchiaro, Sami Frey, Gianni Cavina
Origine : Italia, 2006
Durata: 107'
Colore





FLYER Trovo difficile capire dove voleva andare a parare Bellocchio con il suo apologo che vede protagonista un regista in crisi, che accetta di filmare il matrimonio della figlia di un nobile siciliano, di cui si innamora. Il racconto è condotto con un impasto di toni che in cui si mescolano realismo e onirismo, autobiografia (forse) e fiaba, grottesco e vis polemica. Se il racconto procede a tentoni tra linee narrative tratteggiate ma mai completate (la verità sulle accuse al regista, la spiegazione della sua fuga, il rapporto con la futura sposa, il finale ambiguo, le sottovicende del fotografo e del regista finto-morto, ecc.), anche gli spunti polemici appaiono di dubbia interpretazione ed efficacia, sia quando si rivolge ai riti della religione cattolica sia quando prende come bersaglio una pretesa “dittatura dei morti” in Italia, a causa della quale un collega regista si finge morto per poter essere premiato ad un festival (non può non tornare alla mente la poco simpatica polemica che accompagnò la mancata premiazione di Buongiorno, notte alla Mostra internazionale del cinema di Venezia). Intendiamoci, l’ambiguità non è un difetto; ma quella de Il regista mi sembra poco stimolante e feconda.
MAURO CARONMAURO CARON