FUORISCHERMO

 

I GIORNI DELL'ABBANDONO
FLYER
Regia: Roberto Faenza
Sceneggiatura: Roberto Faenza, Dino Gentili, Filippo Gentili, Gianni Arduini
Fotografia: Maurizio Calvesi
Montaggio: Massimo Fiocchi
Musica: Goran Bregovic
Interpreti principali: Margherita Buy, Luca Zingaretti, Goran Bregovic, Alessia Goria, Gaia Bermani Amaral
Produzione: Jean Vigo Italia, Medusa Film
Distribuzione: Medusa
Origine : Italia, 2005
Durata: 96'
Colore




FLYER Zingaretti ha un vuoto di senso e lascia Margherita Buy, che allora dice le parolacce; ci rimane male, però per consolarsi basta guardare al vicino di condominio; pare un musicista imbranato e infatti la prima scopata riesce malissimo; invece è un grande musicista (e ce credo, è Goran Bregovic) e quindi sarà la felicità. Faenza dimostra che dove il suo cinema non è sostenuto da temi forti, di quelli che si autosostengono, vacilla e sbanda. La Buy e la Zingaretti sarebbero anche bravi, ma è la regia che prende abbagli, tra donne del mare, soggettive impossibili ed inutili, vagabonde fantasmatiche, bambini mal diretti. Forse la palma della sequenza peggio gestita spetta a quella della notte di Capodanno. Il cinema dell’abbandono , ovvero meglio lasciarlo perdere.
MAURO CARON


FLYER La traduttrice Olga (Margherita Buy) viene lasciata con i due figli dal marito ingegnere edile (Luca Zingaretti) per un'altra donna, ovviamente più giovane. Si scatena il finimondo interiore, tra ansia, disperazione e rabbia. Riuscirà a riappropriarsi della sua vita, anche grazie ad un musicista vicino di casa (Goran Bregovic). Si preannunciava torrido e trasgressivo l'ultimo film di Faenza, soprattutto nella "nuova" interpretazione della Buy, ma è raramente trascinante: lo sviluppo drammaturgico è abbastanza classico (e piuttosto scontato), le inquadrature rallentate sterili, le metafore poco incisive. Insomma Kieslowski - permetteteci di dirlo - era un'altra cosa. Immeritati, comunque, i fischi della critica a Venezia.
MASSIMO ZANICHELLI