GRINDHOUSE - A PROVA DI MORTE
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Titolo originale: Grindhouse - Death Proof
Regia: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Quentin Tarantino
Montaggio: Sally Menke
Musica: Robert Rodriguez
Fotografia: Quentin Tarantino
Interpreti principali: Kurt Russell, Rosario Dawson, Rose McGowan, Quentin Tarantino, Vanessa Ferlito, Sydney Tamiia Poitier, Zoe Bell, Jordan Ladd, Omar Doom, Marcy Harriell
Origine : Usa, 2007
Durata: 110'
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Grindhouse è un film mozzo, privato di una parte del suo corpo originale. E' vittima della sua geniale diversità,
fallimentare negli States - almeno ai botteghini - che lo vedeva unito al Planet Terror di Rodriguez. Due creazioni
separate e allontanate. E se le cose vanno come nei film, quando due personaggi divisi ingiustamente si vendicano sui
colpevoli, allora c'è veramente da temere del loro ritorno. Del loro incontro. Della loro visione. Grindhouse è un
cineviaggiotemporale arricchito di ninfa tarantiniana che cita a dismura gli anni '70 italiani e non. Un gioco colto e
perverso, uno spasso che insegue l'ossessione del corpo, dell'immagine, delle movenze (che siano donne o macchine). E'
feticcio, macabro, splatter e messicano. E' un nachos piccante che ti sazia solo se ne mangi subito un altro. E' un film
che ottiene lo sguardo perché, come al solito, si viene disorientati dal fimue di parole, dialoghi, concetti e situazioni
rimbalzanti da un personaggio all'altro. Il colpo di scena, i piedi, i pianisequenza. Un gioco cinefilo con tanto di
pellicola sgranata e stacchi improvvisi, con la colonna sonora che ti aspetti con il gusto del volgare che c'è sempre, e
del senso di irrefrenabilità e incontrollabilità sulla ricerca del senso (perduto). In relatà la condizione psicologica di
Stuntman Mike, è la rappresentazione sintetica e forse ideale/moderna del concetto di cyber sex di cui spesso i manuali
del nuovo millennio parlano. Di cui Crash (di David Cronenberg) ne fu primo esemplare cinematografico. Si assaporano tutti
questi gusti e si sopporta pure la necessaria forzatura/dilatazione di certe sequenze. Perché una visione di questo genere
(sempre che si possa parlare di genere - attenzione, non è un horror come vogliono farci credere!) sorprende sempre.
DAZEROADIECI:: 8
MATTEO MAZZA
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