Alla seconda regia dopo
Confessioni di una mente pericolosa il bel divo Clooney si conferma un Autore con le contropalle,
con un percorso tematico coerente e dannamene interessante da perseguire. Chuck Berris (
Confessioni), sicario della Cia e
genio della trash-tv e Ed Murrow (
Good Night), giornalista integerrimo e coraggioso in lotta contro il cacciatore di streghe
senatore McCarthy (con i relativi personaggi-ombra interpretati da Clooney), sono le due facce di un’America ossessionata
dal pericolo comunista, pronta alla violenza o al sopruso per difendere i suoi pseudovalori. Spunti biografici, e
ambientazioni d’epoca, ma lo spettatore non è scemo e sa che è dell’America oggi (e dell’Italia oggi, perché no?) che si
parla. Anche gli stili adottati sono speculari: onirico, psichedelico e grottesco nel primo film, algido, sobrio, rigoroso
e jazzistico nel secondo. Cinema ed intelligenza al lavoro, insieme: welcome George, and good luck.
MAURO CARON
Un film importante e utile. La trama è avvincente. Il bianco e nero fa sognare e viaggiare nel tempo. La seconda regia della
star più indipendente di Hollywood affronta la storia di Edward Murdock, un giornalista irriducibile, durante la caccia
alle streghe guidata dal senatore Mc Carthy. Il film di Clooney è lucido nel mostrare la verita. Rigoroso e puntuale
nell'evidenziare il profilo di un uomo che credeva nella libertà e nella verità. Fortunatamente un film intelligente.
Allora tutti a scuola di verità da Edward Murrow. Che parla con coraggio e senso del dovere. Con passione e lucidità. Un
uomo che si mette in gioco. Che cerca e trova. Un esempio proprio per questo. E il Maccartismo e la strategia del terrore
o la caccia alle streghe non sono poi tanto diversi dall'attualità. Forse solo il nome è diverso. A quale prezzo la verità?
Ma soprattutto, quale verità? Con sguardo cronachistico,
Good night and luck indaga in quegli anni fatti di tensione e
bugie raccontate come ideologie. Clooney ritrae l'America stordita di quegli anni, assopita, ingenua e paranoica. Lo
specchio reale dell'attualità. Vittima di paure del passato. Carnefice delle spine del presente.
MATTEO MAZZA
Nei primi anni Cinquanta, agli albori della televisione, il presentatore Edward R. Murrow (il notevole David Strathairn),
attraverso le sue rubriche alla CBS, opera un giornalismo di riflessione e denuncia, con cui, in piena epoca maccartista,
s'interroga sul rapporto tra potere e libertà individuale. Il senatore McCarthy non gradisce. Confezione classica di grande
rigore (dal ritmo alla fotografia in bianco e nero, dalla recitazione alla messa in scena), senza gli sdilinquimenti o le
facili consolazioni di un certo cinema hollywoodiano del periodo. Temi scottanti, e oggi sempre più attuali, presentati in
forma sobria ed efficace, con un ritratto della televisione tra epica e realismo. Parti di rilievo per due caratteristi
d'importanti serial televisivi: Ray Wise (il padre di Laura Palmer in
Twin Peaks) e Reed Diamond (il detective Kellerman
in
Homicide: Life on the Street). Clooney, al pari di altri belli più o meno maledetti di Hollywood, sta facendo di tutto
- dalla produzione alla regia - per togliersi di dosso la maschera del divo televisivo alla
E.R.: e se ogni tanto evitasse
di comparire in scena (qui interpreta il produttore Fred Friendly) con il suo sorriso brillante e sornione? Premio a Venezia
per Strathairn e la sceneggiatura.
MASSIMO ZANICHELLI