La fragile infermiera con trauma professionale alle spalle si trasferisce sull’isola, nell’ospedale-fantasma che sta
smobilitando causa trasloco, e si imbatte in bambini fragili cui le ossa si spezzano con troppa facilità e con un fantasma
maligno che chiede vendetta. Horror iberico ma di lingua e ambientazione anglosassone e di chiara ispirazione tematica
nipponica. Dire che un horror è ben confezionato significa fargli un torto, e gli spaventi cercano di farsi strada più
attraverso i canali audio delle casse acustiche che attraverso le immagini sullo schermo. Il film è troppo
fragile per
scavare nel profondo e inquietare. Si recuperi e si dia un’occhiata, in proposito, a proposito di horror ospedaliero, al
grottesco-morboso “Il regno” di von Trier…
MAURO CARON