Film in tre episodi. Donato, ex capo degli ultrà del Milan ha aperto un bar a Ibiza. Tornato in Italia, dopo aver lasciato la moglie, scopre di avere un figlio interista. Tirzan, camionista juventino, è in coma da molto tempo. Quando si risveglia non ricorda più nulla, né della sua passione per il calcio né di avere una moglie. Franco, interista squattrinato, trova per caso una valigetta piena di soldi. Quando però salta fuori il vero proprietario finisce nei guai.
La forza di Abatantuono è meno animalesca ma più matura rispetto al primo fortunato episodio. Prende in giro sé stesso offrendo sempre perle di comicità trash alternate a saggezze volgarotte-popolari, da vero terrunciello e milanese doc. Tra Milano e Zurigo, Ibiza e Gallipoli, Palermo e San Siro, il film intervalla (a volte incrocia) le vicende dei tre tifosi alle prese con bizzarri imprevisti. Poi ci sono pure buone spalle, scelte con intuito, che agiscono con entusiasmo a margine di ogni episodio: la Ferilli e la Barbera, Ugo Conti e Mauro Di Francesco, Frassica e Burruano. Operazione nostalgia e elogio del trah. Anche perché questo è un film che non ha grosse pretese se non quelle di essere coerente alla comicità del primo episodio. Ci riesce più di altri.
MATTEO MAZZA