Giada, classica secchiona stile
Mai stata baciata, combatte una personalissima battaglia per la rivendicazione
dell’essere sull’apparire. Riccardo, figlio di papà ignorante ma belloccio, vive di ragazze, discoteca e abiti firmati. Il
mondo grigio e impegnato di lei s’incontra, per questioni universitarie, con quello leggero e patinato di lui. Come è vero
che gli opposti s’attraggono scoccherà la scintilla, ma prima del lieto fine i due si trasformeranno, l’uno per amore
dell’altra.
Pur fregiandosi del titolo di una famosa pièce teatrale di Pirandello,
Come tu mi vuoi è solo una scontata favola
adolescenziale che ci offre un vasto campionario di mediocrità: molto sesso e poche parole, scurrilità e donne che si
riducono spontaneamente a oggetto, per non dire dell’ostinazione sfacciata sul product placement (abiti in primis, ma
anche auto e alcolici).
La commedia romantica di De Biasi fa il verso ai teen movies americani (
Kiss me e
Cinderella story, per
citarne un paio) e pare criticare la società moderna votata al senso estetico e all’edonismo, in cui denaro, droga e sesso
sono gli unici elementi per relazionarsi con gli altri.
Rimane tuttavia il dubbio che il regista non condanni fino in fondo questo incanto di futilità e ipocrisia visto che, dopo
aver esitato su una presa di posizione per tutta la durata del film, si risolve proponendo un happy end piatto e
prevedibile in cui certo conta l’anima, ma si sottolinea che anche l’occhio vuole la sua (più che sostanziosa) parte.
DAZEROADIECI: 5
VANESSA MERATI