C’è un po’ di tutto nell’ultimo Rubini: la descrizione della violenza che si annida dietro la facciata borghese di Chabrol,
il gioco al massacro di
Sleuth, un interesse per l’arte contemporanea che distrugge la vita come in
Nessuna
qualità agli eroi di Paolo Franchi. Sarà dunque questo accumulo, sarà la sceneggiatura, la messa in scena, gli attori,
fatto sta che Rubini si candida per il peggior film italiano del 2008. Rubini si sente insopportabilmente autore, ma
lontano dalla sua terra, la Puglia da cui trae vita e ispirazione, da cui trae storie e racconti, non sa cosa dire. E così
con insopportabili ellissi temporali che si mangiano la prima mezz’ora, accumuli di stereotipi sugli artisti (la capanna
sulla spiaggia, la droga, l’ego..), una piagnucolante Vittoria Puccini, di cui gli interessa forse più mostrare l’eterea
bellezza, e alcuni momenti di crescendo mucciniano, il film si perde, nel più totale disinteresse.
DAZEROADIECI:: 3
DONATA SALA