Regia:Ang Lee Sceneggiatura:Larry McMurtry Montaggio:Geraldine Peroni e Dylan Tichenor Musica:Gustavo Santaolalla Fotografia:Rodrigo Prieto Interpreti principali: Jake Gyllenhaal, Heath Ledger, Michelle Williams, Anne Hathaway, Randy Quaid, Linda Cardellini, Anna Faris Origine :U.S.A., 2005 Durata: 134'
Colore
Film poetico e amaro che affronta la difficile relazione amorosa fra due cowboy nell'America anni'60. Una storia d'amore
tormentata e difficile, desiderata e mai del tutto realizzata. Un film ben diretto dal regista nato a Taiwan, ma americano
professionalmente, e impreziosito dalla presenza di due bravi attori come Heath Ledger e Jake Gyllenhaal. Del tutto
focalizzato sulla vicenda dei due protagonisti, Ang Lee talvolta approssima qualche personaggio (le due mogli ad esempio)
sfiorando lo stereotipo. Brockeback Mountain è il posto segreto degli incontri dei due cowboy. Un nascondiglio, una fuga
dalla realtà. Ma quella di Ang Lee, non è una bella storia d'amore. E' una corsa contro il tempo. Una bugia eterna. Una
sofferenza costante. Perchè il sentimento va espresso e vissuto. Un cammino fatto di sogni e illusioni. Il melò di Ang Lee,
capace di mescolare vari generi (dalla love story al western, dal country al dramma sociale) sa come emozionare lo
spettatore, senza ammiccare troppo. Un pregio raro. Soprattutto perchè riesce a distinguere le fasi di un rapporto
speciale, con sincerità e semplicità. Senza nascondere ciò che col tempo diventa scomodo e aspro. MATTEO MAZZA
Ang Lee torna a raccontarci lo spiazzamento socio-antropologico intorno ad una relazione omosessuale, come ne Il banchetto
di nozze. Ma se là ad essere sconvolto era la società cinese tradizionale – che, diciamocelo, poco ci tocca -, qui Lee
mette in gioco non solo un contesto sociale altrettanto refrattario, ma anche un luogo sacro dell’immaginario americano e
per traslazione occidentale: e cioè, né più né meno, il selvaggio West, tra caratteri rudi, aspri paesaggi naturali,
cavalli e winchester. La relazione tra due guardiani di bestiame si sviluppa negli anni, tenace e insopprimibile, ma non
abbastanza forte da imporsi sopra le convenienze sociali. Un cinema che piacerà sicuramente di più alle donne che agli
uomini, anche grazie a due bei divi in ascesa. Lee racconta con finezza (tranne un primo approccio talmente sbrigativo da
essere un tantino ridicolo); io devo confessare che quando ho visto il film alla Panoramica della Mostra di Venezia, in
mezzo a decine di altri, avevo sonno: ma il film non me l’ha fatto passare. MAURO CARON