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Titolo originale: Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan
Regia: Larry Charles
Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen, Anthony Hines, Peter Baynham, Dan Mazer
Montaggio: Craig Alpert, Peter Teschner, James Thomas
Musica: Erran Baron Cohen
Fotografia: Luke Geissbuhler, Anthony Hardwick
Interpreti principali: Sacha Baron Cohen
Origine : Usa, 2006
Durata: 84'
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Il giornalista kazako Borat Sagdiyev si reca negli Stati Uniti per realizzare un documentario da utilizzare come
testimonianza per il suo paese. Negli Usa, dopo alcune interviste, conosce grazie alla serie televisiva Baywatch, Pamela
Anderson. Decide di abbandonare New York e di proseguire la sua inchiesta attraversando tutta la nazione per raggiungere
Pamela in California, rapirla e sposarla. Giunto in Italia con quattro mesi di ritardo rispetto alla distribuzione
internazionale, il fenomeno (pubblicitario) Borat non può essere completamente apprezzato/compreso/criticato nella versione
italiana, che devasta la recitazione e la scrittura del film originale (che ha nelle sequenze non tradotte i momenti più
alti). Detto questo, il mockumentary (falso documentario) di Larry Charles è più che altro un fuckumentary in cui prevale
il gusto dell'eccesso, dell'irriverenza e del disgustoso. Posto che già questo a qualcuno può piacere e far ridere a
crepapelle, il personaggio interpretato e inventato da Sasha Baron Cohen, già esilarante Ali G, è l'essenza dell'incoerenza
filmica che segue una sua coerenza, intrinsecamente trash. Si assiste ad un film brutto, in cui si rappresenta l'estetica
del brutto. Un estremo tragicomico che, oltre a radere al suolo i kazaki, sfotte alla grande gli americani, i modi
benpensanti e l'american way of life. E qualcuno di noi ne resta sicuramente urtato. Borat è il risultato dell'oggi, della
contemporaneità, della perversione presa da ogni angolatura/sfumatura. Non va demonizzato. Ma Belushi era un'altra cosa. E
in fondo faceva lo stesso.
DAZEROADIECI:: 5
MATTEO MAZZA
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