Una vita da gregario: il protagonista è al servizio di un boss malavitoso e spietato che gli affida la custodia della giovane amante. Ma lei tradisce, lui la protegge, e il boss non perdona. In questo noir urbano coreano più che il dramma del protagonista, diviso in due tra la fedeltà e la lealtà al capo e l’infatuazione e il desiderio di protezione verso una giovane donna, contano più le pistole che tuonano, le pallottole che fischiano, i bossoli che tintinnano, tutto con una grazie e una precisione ammirevoli. Che dire? Ci sono anche le esagerazioni del film di genere, con il nostro eroe che prende botte da ammazzare un rinoceronte e si rimette sempre in piedi pronto a riprendere il suo posto; ma a non andare troppo per il sottile ci sono anche una malinconia di fondo che non suona completamente di maniera, una bella eleganza nella coreografia delle scene d’azione, e quel senso del dovere, della perdita e della sconfitta che avevano i noir migliori, un tempo.
MAURO CARON